The mind beyond the mind - HD School Generation -


Generalizzazioni linguistiche e quantificatori universali

20.09.2012 09:16

Qualsiasi scambio informativo è interessato da un dare ed un richiedere informazioni. Tale atto presuppone che tra il parlante e l'ascoltatore ci siano dei concetti che l'altro già sa e quindi risulta superfluo ribadirli all'interno dell'atto comunicativo. Per questo si presume o si da per scontato che l'altro già sia a conoscenza di quello a cui i mi riferisco in maniera generica e non approfondita.
Per esempio:

Maria: Ciao. Dove te ne vai di bello?

Flavia: Penso che andrò a Panorama. Ho la dispensa con le ragnatele!

In questa interazione i due interlocutori sicuramente si conoscono già e si sono già parlati precedentemente, o almeno devono appartenere allo stesso contesto geografico e culturale. Infatti la risposta alla domanda: "Dove vai di bello?" Presuppone delle conoscenze di background comuni; l'uso della metonimia "Penso che andrò a Panorama" in cui è nominato il nome del negozio a posto del negozio, presuppone che l'interlocutore sia a conoscenza che nei paraggi ci sia un grande magazzino che si chiama Panorama. Poi l'espressione metaforica successiva: "Ho la dispensa con le ragnatele" presuppone che l'ascoltatore decodifichi tale asserzione dandogli il senso: "Ho la dispensa vuota". Dare per scontato queste conoscenze, in una conversazione, è un presupposto conversazionale.

  Pensate se invece questo scambio comunicativo fosse avvenuto tra due persone di provenienze diverse, per esempio un italiano ed un inglese di passaggio, con una dimestichezza approssimativa della lingua italiana. Molto probabilmente avrebbe capito: "Penso che andrò a vedere il panorama", supponendo di non aver fatto in tempo a capire o a sentire il verbo "vedere", ma uno che "va" e dopo c'è la parola "panorama", sicuramente va a vedere o per meglio dire ammirare il "panorama"! Ecco che nell'inglese vi è un presupposto conversazionale differente che rende la conversazione non pertinente. Tralasciamo il resto del messaggio perché "avere la dispensa con le ragnatele" farebbe pensare all'inglese che si trova di fronte ad un italiano doc, che invece di pulire la sua dispensa, se ne va ad ammirare il panorama!

  Questi concetti, che a primo acchito possono sembrare semplici banalizzazioni, hanno invece un'importanza non trascurabile, specialmente quando coinvolgono fenomenicamente la persona ed il suo mondo interiore. Spesso anche quando dialoghiamo con noi stessi, usiamo generalizzazioni e presupposti conversazionali che possono creare degli stati non pertinenti con quelli che invece sarebbero le nostre aspettative e realizzazioni.

Quante volte ci siamo detti o abbiamo sentito dire:

        Mi va sempre tutto male!

Ecco che siamo di fronte ad una generalizzazione che da per scontato che proprio tutto in ogni istante della mia vita non sia accaduto così come io volevo. Ognuno di noi sa benissimo che non proprio tutto può essere da sempre non andato per il verso giusto, almeno una volta, ma anche più di una, sarà capitato qualcosa di buono? Per questione di coerenza, se facciamo notare a qualsiasi persona che sostiene questa affermazione che è troppo generalizzante e sta ingannando in maniera negativa se stesso, questi prenderebbe coscienza che il suo modo di pensare è riduttivo e quindi sarebbe portato a cambiare immediatamente stato. Basterebbe fare qualche domanda del tipo:

 

Sempre?... Proprio tutto?

 

In questo modo si porterebbe la persona a prendere coscienza che pensare in termini così generici ed universalistici non corrisponde alla verità delle cose, bensì è una costatazione che sta dentro di noi ma che non esiste nel mondo esterno.

 

G. D.S.

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